S. Miniato al Monte, splendida costruzione romanica in viale Galileo, riedificata all'inizio del Mille su una chiesa più antica e compiuta nei primi anni del XIII secolo, sorge sul Monte alle Croci, preceduta da un ampio piazzale, magnifica la facciata in marmo bianco e verde divisa da cinque archi che incorniciano tre portali e due portali finti. L'ordine superiore è ornato da disegni geometrici e da una finestra centrale sulla quale è il mosaico duecentesco di Gesù tra la Vergine e S. miniato. Lo smagliante interno tripartito da colonne e pilastri subì interventi ottocenteschi che hanno in parte modificato la struttura originaria senza compromettere la grande suggestività dell' ambiente. La navata centrale ha un ricco pavimento a intarsi marmorei e termina in fondo con l'arco di trionfo rivestito dall'antica decorazione: prima del presbiterio, sopraelevato sulla cripta, si apre la magnifica cappella del Crocifisso, realizzata da Michelozzo nel 1448 con preziosa copertura in bianco, azzurro e oro di Luca della Robbia. La parete della navata destra è ornata da affreschi del XIV e XV secolo, dipinti su altri precedenti visibili nel presbiterio. Attraverso una scala quattrocentesca si raggiunge la sagrestia, della fine del quattordicesimo secolo con affreschi di Spinello Aretino e dei suoi allievi: pregevoli, soprattutto, sono le Storie di S. Benedetto, divise in due ordini. Da notare i banchi quattrocenteschi e il ligneo busto reliquiario di S. Miniato opera di Guidozzo Cozzarelli. Si passa quindi nel chiostro dov'è rimasta la sola sinopia delle Storie di S. Cresci, affresco perduto di Andrea Del Castagno e dove sono venuti alla luce pregevoli affreschi di Paolo Uccello, ora staccati e le relative sinopie che raffigurano Scene della vita dei santi padri  (1440). Tra questi un affresco del XVI secolo è del Buontalenti.